“Prenderci cura dei bambini è ciò che ci ha resi umani.” (Manitonquat)


Tana CuQù è un Baby Parking nel cuore di San Salvario. Uno spazio pensato per accompagnare genitori e bambini nei primi anni di vita insieme. Un luogo in cui ci si prende cura dei bambini ma anche dei genitori e che vuole essere il centro di una comunità che offra possibilità di confronto e di crescita diverse tra loro ma unite da un forte pensiero comune. Tana CuQù si propone come “uno spazio di mediazione” tra i bisogni dei grandi e i bisogni dei piccoli. Un luogo capace di accogliere le esigenze delle famiglie che hanno bisogno o piacere di affidare i propri figli piccoli, per alcune ore al giorno, alle cure di altri e le esigenze dei bambini offrendo loro “una piccola grande casa, abitata da altri bimbi” dove trascorrere in tranquillità il tempo fuori dalla famiglia. Tana CuQù vuole essere uno spazio di scambio in cui bambini e adulti di diverse culture, classi sociali, tradizioni ed età abbiano la possibilità di convivere e di arricchirsi gli uni con gli altri. Le attività proposte sono principalmente di gioco simbolico (come fare il bucato, lavare i panni, cucinare), conoscere e sperimentare materiali semplici e naturali come acqua, farina, terra. I momenti di gioco, principalmente non strutturato per stimolare l’immaginazione e la creatività, offrono materiali come la stoffa, il sughero, il legno, la carta e il metallo. All’esterno del cortile condominiale un piccolo spazio verde, un orto urbano in cui i bambini possono seminare, vedere crescere le piante, manipolare la terra e giocare. Uno dei propositi di Tana CuQù è quello di ricercare sempre di più e sempre meglio un uso costruttivo dell’educazione nonviolenta. Tanto più è di qualità la comunicazione nella relazione coi bambini tanto più lo sarà l’educazione e il tempo che i bambini trascorrono al Baby Parking. In questo senso lo sforzo e la ricerca delle educatrici sono rivolti a creare un ambiente libero che accolga anche i conflitti e le differenze in modo naturale e pacifico. L’approccio educativo non si classifica con un metodo prestabilito ma è in continua evoluzione e cerca di integrare spunti e concetti provenienti da diverse filosofie educative in una chiave di pace. Educare con la pace significa prima di tutto lavorare sulla consapevolezza di noi stessi e degli altri, allenarsi costantemente all’empatia, mettersi nei panni dei bambini e ritrovare la certezza importantissima e a volte dimenticata che i bambini sono persone. Persone che non hanno bisogno di una “ricetta pronta e adulta” per affrontare il mondo ma hanno bisogno, forse, di qualcuno che li aiuti a sperimentare, formare e costruire le loro personalissime modalità. In questa ottica, l’educazione nonviolenta cerca di rispondere alla naturalezza del bambino “disarmando” l’adulto dell’autoritarismo e dagli automatismi e rafforzando la sua capacità di mettersi in discussione, di cercare strategie sempre diverse tenendo conto della singolarità di ogni individuo e di spostare l’attenzione sui bisogni. Fondamentale è infatti l’educazione emozionale, che abitua i bambini a esprimere piuttosto che reprimere. A riconoscere quello che provano e vivono, dando un nome e uno spazio legittimo alla felicità, all’allegria ma anche alla rabbia, alla frustrazione, alla tristezza.